domenica 6 maggio 2018

500 anni dell'Assunta del Tizano presso la basilica dei Frari a Venezia, dove fu presentata il 18 maggio 1518



«Fratelli carissimi questo che noi vediamo dipinto dal nostro grande concittadino, il devoto Tiziano, è uno dei grandi miracoli del Signore. Con l’assunzione in cielo della sua santa madre noi miriamo qui gli apostoli, uomini grandi, semplici, potenti, scelti da Gesù fra i pescatori. Ed ecco, voi li vedete appena si è mosso il turbine meraviglioso, che sono tutti in piedi, con le braccia levate al cielo e par che gridino: “Oh, Maria, madre nostra, perché ci lasci?” E mentre la Vergine sale in cielo a incontrare il figlio martire, per la redenzione dei nostri peccati, gli apostoli orfani piangono e implorano… ».

Con queste parole Fra Germano da Casale, Padre Guardiano e committente, per conto dell’ordine dei Francescani, presentava al popolo veneziano, il 18 marzo 1518, la pala d’altare dell’ ASSUNTA, che Tiziano Vecellio, appena ventiseienne, dipinse in due anni; era la sua prima importante opera pubblica che, come raccontano le cronache di allora, sconvolse il pubblico veneziano, abituato ad una pittura più statica e fredda.
Questa pala ha indubbiamente decretato il successo di Tiziano a Venezia. Secondo fonti attendibili, alla scopertura della tela avrebbe assistito un emissario dell'imperatore Carlo V, il quale intimò ad un frate di volerlo acquistare nel caso essi non fossero stati soddisfatti dell'opera. Al contrario, l'acclamazione popolare, proprio il giorno dell’inaugurazione, costrinse anche i frati più scettici nei confronti del talento dell'artista, ad ammettere la sua bravura.
Nella sua struttura la pala appare divisa in tre fasce: in basso, come venne evidenziato dal padre Guardiano, il gruppo degli Apostoli meravigliati, tutti protesi verso l'alto in vari atteggiamenti.
San Pietro, colto dal fatto miracoloso, s’inginocchia, ma resta con le mani e la testa rivolti verso l’alto; alla sua destra San Giovanni, con la mano sinistra sul petto, è in contemplazione; Sant’Andrea, vestito di rosso, è proteso verso il cielo, mentre dietro a San Pietro, Paolo rassicura il sempre dubbioso Tommaso e gli addita Maria.
Gli altri, tutti in una contemplazione quasi di meraviglia e di stupore, sembra proprio che dicano “ … prega per noi peccatori”. Al centro la Vergine, con lo sguardo verso l'alto, sale lentamente al cielo e schiere di angeli le vengono incontro suonando e cantando la gloria di Dio.
C'é un grande movimento attorno a lei, che veste i colori dell'iconografia classica: rosso, per indicare la piena umanità e azzurro, per indicare la divinità, il colore dell'infinito, della spiritualità, di ciò che va oltre l'umano.
È il movimento la caratteristica, nuova per allora, che fece apparire l’ ASSUNTA, illuminata dalle torce, in tutto il suo splendore tanto che vi furono esclamazioni del tipo “Magnifico!”, “Gran fatto!”, “Par proprio vero!”.
Non fu un quadro semplice da dipingere, vuoi per le misure (cm.680 x 360), vuoi per l’illuminazione, che veniva, e viene, dal retro, alla quale sarebbe stato esposto.
Si conosce anche il “marangon”, il “barba Fighi”, che preparò la tavola con ben ventuno assi orizzontali, evidentemente di legno buono e ben stagionato, visto che dopo cinquecento anni, pur con i vari restauri, si può ammirare la pala in tutta la sua magnificenza.


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