sabato 24 gennaio 2015

Pensieri di un veneziano "qualsiasi": "Salvare Venezia! ... da chi? ... da cosa? ... come?"



Pensieri di un veneziano "qualsiasi":
"Salvare Venezia! ... da chi? ... da cosa? ... come?"

La prossima amministrazione comunale, ed in particolare il prossimo sindaco, dovranno prendere in seria considerazione il problema importantissimo della salvezza della nostra città. E per salvezza non s'intende solo quella fisica, cioè le pietre ed i monumenti, ma anche e soprattutto la salvezza di chi vive in questa splendida città, i suoi cittadini che, ultimamente, hanno, più che altro, subito passivamente.
Ci sono delle priorità e, probabilmente, non basteranno cinque anni a completare tutto quello che proporranno e inizieranno, però l'importante sarà il segnale che arriverà ai cittadini, sperando che non si limiti al solo segnale.
Reputo che la prima questione da prendere in esame sia il ripopolamento del centro storico che, al momento, conta poco più di cinquantaseimila abitanti. La discesa della popolazione in questi ultimi anni fa prevedere che, a breve, si arriverà a cinquantamila e, a quel punto, Venezia non sarà più una città, ma un quartiere di un agglomerato che qualcuno chiamerà "Città Metropolitana", un quartiere governato e certamente "sfruttato" da poteri che non si troveranno nella Venezia insulare: " ... saremo governati dai campagnoli" potrebbero pensare coloro che ancora fanno riferimento nostalgicamente alla Serenissima e che guardano con una certa aria di orgoglio e di supponenza chi non è veneziano d'acqua; queste "correnti di pensiero" vanno senz'altro superate perché anacronistiche e inopportune.
Però è indubbio che Venezia, la Venezia insulare, deve governarsi da sola senza la supervisione di terzi poteri.
Una città senza i suoi abitanti non è più una città, ma, nel caso di Venezia -luogo che tutti al mondo desiderano vedere (vedere, ma non osservare, purtroppo)- il destino è quello di diventare in una "Veniceland", termine ormai abusato, ma, purtroppo, veritiero.
Come invertire il fenomeno dei veneziani che lasciano il luogo in cui sono nati e dove hanno trascorso buona parte della loro vita? Il problema non è di facile soluzione, come d'altra parte tutto a Venezia non è facile, ma una cosa essenziale sarebbe quella di non permettere più i cambi di destinazione d'uso verso attività ricettiva degli immobili. Oltre a ciò sarebbe opportuno creare delle facilitazioni a chi da fuori, cioè al di là del Ponte della Libertà, voglia rientrare a Venezia per abitarvi; facilitazioni a chi vuole rientrare ed anche ai proprietari che, invece di creare B&B, alberghi di vario tipo, "case d'epoca", ecc. affittano o vendono a chi vuole diventare residente. È comprensibile che le regole dovranno essere "limpide" e, soprattutto, dovranno essere rispettate e non aggirate con il classico"fatta la legge trovato l'inganno".
Per quanto riguarda le case pubbliche dovrà essere applicato un severo controllo: chi le usa deve avere i requisiti per occuparle!
Per gli immobili privati potrebbe essere impostata una norma che preveda che se una unità abitativa rimane sfitta e disabitata per un certo periodo di tempo venga applicato un forte aumento sulle tasse locali (IMU, TASI).
Da tenere sotto osservazione sono anche gli immobili che vengono dati in affitto a studenti "fuori sede" che studiano presso le Università cittadine: tutti devono essere, come minimo, decenti e non "carobère" come vengono definite con un lemma veneziano; inoltre tutti devono essere locati con un contratto.
Altro punto importante da prendere in considerazione dovrà essere il miglioramento della vita vissuta in questa città che è abitata, in prevalenza, da anziani; quindi non solo sanità, ma anche punti di aggregazione e questo per i cittadini di tutte le età, luoghi dove gli stessi cittadini, magari tramite l'associazionismo, siano fruitori, ma anche produttori, di "cultura".

Anche il turismo, che è senz'altro una fonte di guadagno e, quindi, un elemento di crescita della città e dei cittadini, deve essere messo sotto la lente ed esaminato sotto moltissimi punti di vista. Chi guadagna con il turismo? Ovviamente non tutti i veneziani, anzi pochi; chi opera in questo campo in genere non risiede in città (Venezia insulare) e spesso sono enti (società) che non hanno la loro sede a Venezia. Sono solo alcune categorie che traggono utilità, una notevole utilità, dal turismo.
I cittadini "normali" hanno solo negatività dal turismo, da questo tipo di turismo: calli e campi intasati, sporcizia, negozi di vicinato che chiudono e lasciano il posto a punti vendita di maschere e vetro, tutto una "patàca", costi aumentati di tutte le merci di uso e molto altro.
Le previsioni, anche a breve, sono "paurose"; l'occasione dell'Expo di Milano porterà una valanga di persone e sarà necessario, da subito (cosa purtroppo impossibile per la mancanza di un potere politico-amministrativo eletto democraticamente), governare i flussi. Un'altra negatività, in considerazione dei tempi purtroppo drammatici, sarà il pericolo di attentati e qui, ovviamente, il carico di incombenze dovute ai controlli sarà di competenza dello Stato centrale.
Di turismo si vive, ma oltre un certo limite si muore!       

Da anni, anzi da secoli, Venezia ha sempre convissuto con le acque alte e, anche se negli ultimi periodi la frequenza di questi eventi ha avuto un incremento, il problema, forse, è stato sopravvalutato e ci ha portato alla costruzione di quel "mostro" che si chiama M.O.SE; tutti si domandano ora se era veramente necessario e se valeva la pena spendere tutto quello che è stato speso, con tutto quello che ne è seguito. Altri studi prevedevano soluzioni meno impattanti, ma, chissà perché, non sono stati presi in considerazione.
Ora, stante così le cose, quando il M.O.SE entrerà in funzione ed aumenteranno gli eventi delle alte maree (secondo le previsioni -forse catastrofiche- di certi studiosi del clima), la diga mobile sarà sempre più spesso chiusa con la conseguenza che la laguna, le cui acque erano considerate le mura della città, non essendoci più il ricambio ogni sei ore, diventerà uno stagno maleodorante.
A tutto ciò sarà necessario prendere provvedimenti a breve.

"Grandi navi" è l'ulteriore problema che  attanaglia la nostra città: sì o no?
Non serve essere ingegneri idraulici per capire che il passaggio di questi enormi "cosi" provocano danni alle rive ed ai fondali: basta trovarsi sul piazzale dell'Isola di san Giorgio nel momento in cui i crocieristi sono rivolti tutti verso San Marco ed agitano le manine per salutare!
Ma, oltre al moto ondoso, o meglio al movimento di masse enormi d'acqua, quando le navi sono in banchina continuano ad emettere fumi prodotti da nafte pesanti, anche se dicono che lo sono meno di quelle usate in navigazione, fumi che nocciono alla salute degli uomini ed anche a quella delle pietre. C'è da chiedersi: quanto si fermano i crocieristi in città, visto che non alloggiano e che la crociera non si ferma? Quanto portano e cosa portano alla nostra città?
Ora il problema è: Canale Contorta o porto in mare? Ma perché le navi non possono accedere alle banchine del Porto Industriale, porto ormai in via di dismissione stante la notevole diminuzione dell'attività di Porto Marghera? I lavori di adattamento sarebbero senz'altro minori rispetto agli altri due progetti e il costo potrebbe essere abbastanza contenuto. Ma forse è proprio questo il piano: nuovi faraonici progetti per incrementare i guadagni di certe imprese, o gruppi di imprese, che, ovviamente, continueranno a "foraggiare" i referenti politici. Questo deve cessare!    

Ma il moto ondoso non è solo quello creato dalle "grandi navi"; a questo, soprattutto nei canali interni, contribuiscono i motoscafi adibiti ad uso di taxi e di noleggio; un maggiore controllo e pesanti sanzioni in caso di mancato adeguamento degli addetti alle regole. È questa una categoria  la cui attività -stanti le notizie di stampa-  sconfina con i limiti di legge.
Comunque, anche in questo campo, ci vogliono regole precise e, soprattutto, che siano rispettate.

1 commento:

Elio ha detto...

Ciao Sergio, è vero che "De la del ponte xe tuta campagna", ma speriamo che le persone elette siano consapevoli di quello che fanno. Sono interamente d'accordo con l'integralità di quello che scrivi, ma, quando si vede che il tribunale ha annullato la decisione di ridurre la stazza delle navi entranti in bacino, mi chiedo se, sotto sotto, non ci sia stata qualche bustarella. Come si fa a non capire che è un enorme danno per Venezia? Spero che la futura municipalità sia più consapevole. Buona settimana.