sabato 24 maggio 2014

È nata prima .... ??? Una domanda senza risposta



M
useScore è un software di notazione musicale che ritengo semplice, completo, di facile uso anche per chi non è un musicista e, infine, ha il pregio di essere in italiano e, cosa gradita, gratuito.
L'ho "incontrato" circa quattro anni fa e, da allora, ho abbandonato quello che usavo in precedenza.
Premetto che sono solo un corista e non sono un musicista.
Finora ho usato MuseScore esclusivamente al fine di copiare pedissequamente spartiti di brani corali, soprattutto per creare le basi musicali delle diverse parti per facilitare l'apprendimento delle stesse; con questo uso ho appreso qualche cosa di quello che si trova su uno spartito e, ovviamente, anche qualcosa di musica.
Fatta questa premessa, anche per invogliare altri coristi e/o appassionati, desidero portare a conoscenza  di altri un esempio che conferma come i canti popolari, nel corso degli anni -a volte anche dei  secoli- si spostino da una regione all'altra e come alcuni motivi vengano ripresi ed inseriti su testi diversi.
Appassionato di ricerche sui testi di canti popolari e, ora, anche per merito di MuseScore,  alle melodie degli stessi, sto registrando alcuni spartiti, a volte manoscritti, di un musicista friulano, Luigi Vriz che conobbi vari anni fa a Raveo in Carnia, suo paese di nascita. Vriz era un maestro elementare (prese servizio a Buia -UD- nel 1911) e autodidatta per quanto riguarda le sue conoscenze musicali. Fu uno di coloro che, ascoltando le persone che cantavano, donne e uomini, in osteria, nei campi o nelle case, registrava su carta la musica ed i testi delle villotte. Con questo suo operare, lui, come molti altri di quel periodo (fine '800 e fino a circa metà del '900), salvò un patrimonio culturale che altrimenti sarebbe andato perso. Inoltre scrisse anche musica sua su testi propri e di altri.
Uno dei canti, una villotta che sentì proprio nel suo paese di nascita, s'intitola "No stâ fâ la pinsirose" ("Non far la pensierosa") pubblicata, ancora negli anni '30 del '900, in un fascicolo edito dalla Società Filologica Friulana; si tratta di un brano che non conoscevo  e, dopo aver trascritto la voce del tenore, la melodia, l'ho ascoltata e, con mia grande meraviglia, ho scoperto di conoscerla perché inserita in un canto degli alpini relativo agli avvenimenti della guerra che l'Italia condusse in Abissinia (1895-1896), che si concluse con la disfatta di Adua, guerra che rivide le truppe alpine per la seconda volta in Africa; il titolo del canto è "Mamma mia vienimi incontro" la cui melodia venne poi ripresa, in parte, anche in un altro canto degli alpini dal titolo "E Cadorna", questo nato durante la prima guerra mondiale.
Ed allora mi sono posto una domanda alla quale non so dare risposta: «È nata prima  "No stâ fâ la pinsirose" o "Mamma mia vienimi incontro" ?».
Qualche alpino ha inserito la melodia della villotta friulana nel canto nato in seguito agli avvenimenti della guerra di Abissinia, oppure, viceversa, il testo della villotta in questione, un canto d'amore, è stato abbinato da un alpino alla melodia di "Mamma mia vienimi incontro"?
Sono domande alle quali sarà difficile dare una risposta.
  
A titolo di documentazione:
·       spartito di "No stâ fâ la pinsirose" nell'armonizzazione per tre    voci virili di Luigi Vriz
·          musica creata da MuseScore dallo spartito in questione
·      Mamma mia vienimi incontro" nell'armonizzazione di Massimo   de Bernart e nell'esecuzione del Coro Marmolada.



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