venerdì 18 maggio 2012

Lettera aperta al Sindaco di Venezia. (Inviata ai giornali locali oggi 18 maggio)


Lettera aperta al Sindaco di Venezia.
Locandine ed affissioni selvagge.

Egregio sig. Sindaco,
alcuni mesi fa, precisamente nel novembre del 2011, all'associazione della quale faccio parte fu comminata una multa di 250 euro per aver "deturpato un muro"!. Questa era la motivazione, ma desidero spiegarmi meglio; si trattava, in effetti, dell'affissione di una locandina, bollata regolarmente e fissata con nastro adesivo sulla colonna nel passaggio che dai Tolentini porta ai giardini Pappadopoli e, quindi, a Piazzale Roma. Una zona di passaggio e di visibilità che tutte le associazioni, ma non solo, ritengono strategica per pubblicizzare le proprie iniziative. Fatto sta che, però, quel luogo si trova a lato della sede dei Vigili Urbani.
L'associazione conosce le regole che vietano questo tipo di affissioni  che, nella fattispecie, è stato l'errore, o lo zelo, di un nostro associato. E gli errori si pagano! E l'associazione ha pagato subito la multa ottenendo così la diminuzione dell'importo di cui sopra.
Si sa che le locandine che ogni associazione provvede ad affiggere in proprio devono essere posizionate nei locali pubblici e non sui muri cittadini e, in genere, i regolamenti vengono osservati, cosa che, invece, viene assolutamente ignorata da moltissimi enti più o meno regolari e da privati.
L'associazione ha ottemperato al regolamento, pagando la multa, anche nella speranza che qualcosa cambiasse nella nostra città e cioè che, non solo quel luogo, ma parecchi altri muri cittadini, risultassero finalmente puliti e non vi fosse più alla visione di tutti, residenti e foresti, l'obbrobrio delle affissioni selvagge.
Come anche Lei avrà certamente notato, girando per la nostra città, in alcuni punti, ritenuti evidentemente più appetibili, viene affisso di tutto e di più: manifesti e locandine di varia misura, molti dei quali anche senza il regolare "bollo" di avvenuto pagamento della tassa sulle affissioni.  Quest'ultimo caso si verifica soprattutto quando chi affigge sono i cosiddetti "centri sociali" od i  "comitati vari" che sorgono molto spesso per dire "NO" a qualcosa, addirittura per difendere la nostra città e, magari, si definiscono ... "ecologici". Ma anche privati profittano di questo andazzo, che si può definire "malcostume" tollerato dalle autorità comunali, affiggendo avvisi  vari che informano sulla disponibilità di qualcuno per effettuare lavori e, soprattutto, per  informare su camere libere per studenti, cosa quest'ultima che comporta, senz'altro, affari lucrosi senza che gli stessi siano soggetti alle dovute e giuste imposte; in una parola si tratta di ... "nero"!
Ma la mia speranza, a distanza di qualche mese, è stata vana; evidentemente la multa è stata comminata per "errore" o, perché, "una tantum", qualcuno deve dimostrare che fa il suo dovere. Se chi ha deciso  la sanzione all'associazione della quale faccio parte avesse proseguito nel suo dovere, cioè nel multare anche molti altri, forse oggi ci sarebbero meno affissioni selvagge e la nostra città apparirebbe, senz'altro, ancora più bella.
Per quanto riguarda le affissioni di coloro che affittano a studenti, sarebbe più opportuno, come accade in altre città universitarie, che questo genere di informazioni  fossero affisse su opportuni spazi nelle diverse sedi degli atenei.
Vorrei concludere questa "lettera aperta" segnalandoLe alcuni punti, solo come esempio, che, tappezzati  da una miriade di manifesti, all'occhio del passante appaiono come delle vere e proprie "schifezze": la porte che si trovano sul lato e sul retro della Scoléta dei Calegheri, un ampio spazio nei pressi di Corte Canal (S.Croce, 659) e, ovviamente, lo spazio a lato della sede dei VV.UU. Questi sono solo alcuni punti, ma Venezia è piena di luoghi analoghi.
Nel ringraziarLa per l'attenzione, La saluto cordialmente
Sergio Piovesan            

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