martedì 30 settembre 2008

Federalismo ... ferroviario!

Questa mattina, dovendo recarmi a Udine, una volta entrato nella stazione di Venezia ho trovato una coda un po' lunga agli sportelli e, anche se ero in anticipo, decisi di acquistare il biglietto chilometrico che viene venduto presso l'edicola ed altri negozi nell'atrio della stazione stessa.
L'avevo fatto già altre volte.
Il cartello esposto avvertiva che si trattava di biglietti per fasce chilometriche fino a 200 Km; Udine si trova a 136 Km da Venezia.
Chiesto il biglietto, l'edicolante m'informa che non è possibile perchè Udine si trova in un'altra regione!
Che siano i primi effetti del ... federalismo?

domenica 28 settembre 2008

Traduzioni "on line"

Sulla colonna di sinistra, cliccando sulle singole bandierine, otterrete la traduzione dei post nelle relative lingue.

Non sarà, senz’altro, una traduzione perfetta, però sarà più facile, per uno non italiano (e ce ne sono che entrano), poter capire qualcosa del mio blog.

Devo ringraziare l’autore del blog CREAREBLOG per avermi dato questa opportunità.

venerdì 26 settembre 2008

Nonostante tutto ...

... sorridiamo un po' !!!

Clicca qui

Quando i “blogger” s’incontrano

Alcuni giorni fa la “blogger” Stella pubblicava un “post” relativo ad un incontro non virtuale con un altro “blogger”, Daniele . Penso che questi incontri non siano tanto comuni, soprattutto perché i soggetti, molto spesso, sono lontani fisicamente. Se, invece, i due sono residenti nella stessa città, non sempre gli interessi, al di là di quello che si scrive, coincidono e, quindi, anche in questi casi, l’unico contatto resta la rete.

A volte, però, una serie di coincidenze permette che i due abbiano occasione di incontrarsi, come è stato per Stella e Daniele e come, proprio ieri, è stato per me e per Elena , una “blogger” veneziana, con la quale sono in contatto, sempre tramite la rete, dall’inizio dell’anno.

Uno dei primi “post” che lessi nel suo “blog” fu questo, nel quale l’autrice annunciava che avrebbe partecipato ad un evento “sportivo”, ma anche umano, politico e sociale, che l’avrebbe vista in sella ad una bicicletta, assieme ad altre 299 donne provenienti da quasi tutto il mondo, percorrere le strade del Libano, della Siria, della Giordania e dei Territori Palestinesi.

Il fatto mi rese curioso soprattutto per il suo entusiasmo nei “post” che seguirono, fino alla partenza.

Era ancora in viaggio che le proposi di raccontare la sua “avventura” a chi, invece, era rimasto a casa, cosa che Elena accettò subito. Detto fatto, riuscii ad organizzare, presso una sala della Biblioteca della Municipalità , una “conferenza”, aperta al pubblico veneziano, che ha avuto luogo ieri giovedì 25 settembre.

E lì ho conosciuto personalmente Elena, una ragazza solare e sorridente, appassionata del suo impegno sociale e politico, che, per un’ora e mezzo, ha intrattenuto il pubblico (circa quaranta persone) con un racconto preciso e documentato della sua esperienza umana, sportiva, sociale e politica.

In questo post di Elena potete vedere alcune delle foto scattate durante “Follow The Women”

Altra documentazione la trovate a questi link:

http://www.xena.it/ftw_2008/20080504_repubblica.pdf

http://www.xena.it/ftw_2008/20080507_repubblica.pdf

Spero, quanto prima, di poter pubblicare la presentazione di PwP che Elena ha preparato per l’occasione.

mercoledì 24 settembre 2008

Sculture in equilibrio

Su Corriere.it c’è un servizio dove ti raccontano che per vedere delle “sculture”, che non sono altro che pietre in equilibrio, bisogna andare sulla spiaggia di San Francisco – California – USA dove un artista mette una sull’altra delle pietre e, in questo modo, assumono delle vaghe forme antropomorfe. Qualcuno, sempre negli Usa, non ci crede che le pietre siano solamente appoggiate e credono, invece, che venga usato un potente collante. Per articolo e foto, clicca qui. Però, posso assicurarvi che, per vedere opere simili a queste, non è necessario scavalcare l’oceano e tutti gli “States”; basta recarsi nella zona di montagna del Friuli, in Carnia, dove, proprio quest’estate, alcune artiste hanno effettuato la stessa cosa sui greti di alcuni torrenti. Da quanto letto sui giornali locali questa forma di arte si chiama “Naturart” ed ha la caratteristica di non essere perenne, ma caduca. Infatti col passare dei giorni, ma può trattarsi anche di qualche settimana, tutto ritorna come prima per l’opera naturale del vento e delle piene. Ma non solo artiste donne hanno fatto questo. Vicino al paese di Raveo, sul torrente Chiarsò, un artista uomo ha messo pietra su pietra ed il risultato lo potete vedere nelle fotografie che seguono (scattate da me) e vi assicuro che non è stato usato alcun tipo di colla.

N.B. – Il cane che appare in una foto non è una …scultura!



martedì 23 settembre 2008

Ladrocinio

Sono sempre più convinto che l’evasione fiscale è un furto con l’aggravante che si compie a spese della collettività onesta.

Due giorni fa, non ricordo più come, sono capitato nel sito Contribuenti.it dove ho trovato i risultati di una ricerca effettuata da questa associazione, che si riassume nell’articolo sottostante:

20/09/2008 - Evasione, Contribuenti.it denuncia:record da 300 miliardi annui. Come imposte dirette sottratti all'erario 115 miliardi

ROMA, 20 SETTEMBRE (Apcom) - Il nuovo 'allarme evasione' arriva da Contribuenti.it: l'imponibile evaso in Italia è di circa 300 miliardi di euro l'anno, in termini di imposte dirette sottratte all'erario siamo nell'ordine dei 115 miliardi di euro.

È questa la stima calcolata elaborando dati ministeriali e dell'Istat da 'Krls Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it, l'Associazione contribuenti italiani.

Cinque sono le aree di evasione fiscale analizzate: l'economia sommersa, l'economia criminale, l'evasione delle società di capitali, l'evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese.

Secondo i risultati dell'indagine l'economia sommersa sottrae al fisco italiano un imponibile di circa 105 miliardi di euro l'anno. L'esercito di lavoratori in nero è composto da circa 2 milioni. Di questi 800mila sono lavoratori dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro: si stima un'evasione d'imposta pari a 25 miliardi di euro.

Il secondo capitolo dell'indagine riguarda l'economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose che, in almeno tre regioni del Mezzogiorno, controllano buona parte del territorio: si stima che il giro di affari non "contabilizzati" si attesti sui 120 miliardi di euro l'anno con un'imposta evasa di 40 miliardi di euro.

La terza area analizzata è quella composta dalle società di capitali, escluso le grandi imprese: secondo i dati del ministero dell'Economia e delle Finanze, il 78% circa delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi (52%) o meno di 10mila euro (26%).

In pratica - sottolinea Contribuetni.it - su un totale di circa 800mila società di capitali il 78% non versa quanto dovuto di imposte dirette, e si stima quindi un'evasione fiscale attorno ai 15 miliardi di euro l'anno.

La quarta area di analisi è quella composta dalle big company: una su tre – denuncia l'associazione - chiude il bilancio in perdita e non paga le tasse, inoltre il 92% delle big company abusano del 'transfer pricing' per spostare costi e ricavi tra le societa' del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 27 miliardi di euro.

Infine c'è l'evasione dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese dovuta alla mancata emissione di scontrini, di ricevute e di fatture fiscali che - secondo l'indagine - sottrae all'erario circa 8 miliardi di euro l'anno.

"Di fronte ad un fenomeno così diffuso - afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it - bisogna riformare la macchina dell'amministrazione finanziaria, puntare su interventi congiunti di tax compliance, incentivare i controlli da parte della guardia di finanza ed estendere gli studi di settore a tutte le imprese".

FONTE: Apcom

Il link a questo articolo è il seguente http://www.contribuenti.it/news/view.asp?id=2674 e questa informazione solo per dimostrarvi che non è una mia invenzione.

Quando leggo queste notizie, e non è la prima volta, non vi dico quello che provo, tanto penso che ve lo immaginiate.

Comunque mi sento … umiliato!

Pensate, inoltre, che, proprio in questi giorni, ho iniziato la lettura del libro di G.A.Stella e S.Rizzo “La deriva” e, ad umiliazione si somma umiliazione. Sarei tentato di non andare avanti nella lettura, per non deprimermi, ma la curiosità è tanta: voglio sapere fino a quali abiezione, viltà, bassezza morale, meschinità e degradazione giungono certi italiani.

E pensare che l’esempio ci viene dall’alto!

Spero, domani, di trovare qualche notizia di tono diverso.

sabato 20 settembre 2008

Segnali di pericolo per la democrazia!

La libertà di stampa è uno dei pilastri della democrazia ed uno dei segnali di pericolo per la libertà di tutti è proprio l’intromissione dei pubblici poteri (governo, magistratura ed anche forze dell’ordine) presso le direzioni dei giornali e nelle abitazioni dei giornalisti.
Ci sono vari segnali, e li sentiamo sulla pelle, che ci avvisano come si stia scivolando verso una “democrazia … controllata”, per non parlare di vera e propria dittatura, al momento ancora “morbida”. Uno di questi segnali è proprio recentissimo e riguarda la perquisizione effettuata dalla GdF presso la direzione dell’Espresso (clicca qui per la notizia) in relazione ad un inchiesta sul traffico dei rifiuti (nocivi) in Campania negli ultimi venti anni. La motivazione ufficiale di queste indagini è la “fuga di notizie”, ma, leggendo l’inchiesta (clicca qui), si evince che, sotto sotto, c’è qualcos’altro e cioè le solite implicazioni di politici, anche ad alto livello.
Un pentito sta svuotando il sacco, non solo ai magistrati, ma anche ai giornalisti, e quest’ultima cosa dà molto fastidio a qualcuno. Ritorna in ballo ancora la famosa loggia P2, quella di Gelli, quella della quale importanti personaggi politici hanno fatto parte (vedi la famosa Tessera P2 n.1816)!
Attenzione quindi: vogliono fare la riforma della giustizia a modo loro, vogliono regolare l’autonomia dei giornalisti ed anche quella dei blogger, vogliono “rendere più efficiente” il Parlamento europeo (già lo hanno fatto con quello nazionale con il “porcellum”).
Insomma ce lo vogliono proprio mettere in quel posto con “savoir faire” e con “gentilezza” e, proprio per questo, ci vuole maggiore attenzione!!!

N.B. - Leggere l’inchiesta fa veramente venire i brividi.

AGGIORNAMENTO del 21 settembre

L'inchiesta continua (clicca qui), ma continuano anche le perquisizioni.

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A chi mi chiede (vedi commenti) cosa possiamo fare noi blogger, penso sia corretto rispondere: innanzitutto vigilare e, quindi, informare con i nostri mezzi in modo che queste notizie, che non trovano ampia risonanza presso gli altri organi di stampa -è una constatazione- vengano divulgate il più possibile. Perciò auspico che anche altri blogger riprendano questa notizia, anche solo "linkando" questo post, oppure, anco meglio, costruendone un altro.

venerdì 19 settembre 2008

Con ARGOS si monitora il Canal Grande

Già da alcuni mesi in funzione per gli addetti al traffico sul Canal Grande, ora è a disposizione di tutti gli internauti. Si tratta di Argos, innovativo sistema automatico di controllo e gestione della navigazione in Canal Grande composto da sensori automatici e telecamere che trasmetteranno i dati delle caratteristiche e della velocità delle imbarcazioni alla centrale operativa e ai palmari in dotazione agli operatori della Polizia municipale; il sistema permetterà di monitorare costantemente il traffico acqueo e, di conseguenza, consentirà modalità puntuali e rapide di intervento.

“Argos” è l’acronimo di “Automatic & Remote GrandCanal Observation System”

E sufficiente indirizzarsi su http://www.argos.venezia.it/ per vedere, in tempo reale, la situazione del traffico nella principale via acquea veneziana. Numerosi sensori, installati lungo questo percorso, permettono di monitorare se via siano imbarcazioni che superano i limiti di velocità e se sussista qualche congestione.

Tutto questo dovrebbe servire a contrastare il moto ondoso, che, per la mia città, è una delle cose negative che mettono in forse l’esistenza fisica di Venezia.

L’utente privato può vedere la situazione e, quindi, si tratta solo di una curiosità; per le forze di polizia, invece, è uno strumento utile per mezzo del quale può essere stroncata qualsiasi inosservanza dei regolamenti di navigazione nei canali lagunari. L’unico inconveniente è che questo sistema vale solo per il Canal Grande e lascia scoperto, invece, il controllo sugli altri canali sia interni che del resto della laguna dove i taxi, ma anche mezzi privati provenienti dalla terraferma, sfrecciano a velocità pazzesche. Il controllo sui natanti nel resto della laguna potrebbe essere effettuato con l’installazione obbligatoria di un GPS.

Sul sito Argos si trovano statistiche varie ed anche un forum; peccato che quest’ultimo serva, come tutti i forum, a sfoghi di ogni tipo e non tratti solo quello che è l’oggetto del sito e cioè traffico acqueo e moto ondoso.

mercoledì 17 settembre 2008

Sono stato sul Ponte della Costituzione (Calatrava).

Sono stato sul Ponte della Costituzione, forse più conosciuto con il nome del suo progettista, Calatrava, inaugurato la sera dell’11 settembre. Come già affermato nel precedente post su tale argomento, è un opera che mi piace; lo preferisco, però, visto da lontano, dalla riva sottostante o passandoci sopra con il vaporetto, che percorrerlo a piedi. C’è una nuova visione del Canal Grande, ma, in quel punto, la via acquea principale di Venezia non presenta la sua migliore “veste”.

Per quanto riguarda la salita, questa è meno faticosa che in altri ponti: i gradini, parte in pietra e parte in vetro, sono più bassi e la parte sommitale è in lieve salita senza gradini. I gradini in vetro sono opachi e non permettono, quindi, di vedere l’acqua sottostante; di positivo hanno che non si scivola neppure quando sono bagnati e ciò è importante.

Il ponte è controllato a vista per tutte le 24 ore, ma, nonostante questo, c’è chi è riuscito ad incidere sulla balaustra in bronzo il nome e la data!

Belli sono anche i piazzali di accesso in marmo e pietra d’Istria; peccato che, nonostante vi siano dei cartelli che pongono delle limitazioni, fra le quali anche il divieto di sputare gomme americane, a distanza di pochi giorni dall’apertura, le pietre dei piazzali ed i gradini, sono già macchiati a causa di questa schifosa abitudine. Un anno fa ho trattato questo argomento (clicca qui per il post) auspicando che vengano aboliti la vendita e l’uso del chewing gum all’interno di tutto il comune di Venezia. Oltre ad essere un brutto vedere, pulire il selciato dalle gomme è molto costoso.

Un altro divieto è quello che nega il passaggio ai carretti con le ruote di ferro ed ai trolley superiori ai venti chili. Anche questo mi sembra giusto, ma sarebbe meglio indicare ai turisti, anche quelli con valigie di peso inferiore, come vanno portate sui ponti, sia in salita che in discesa: in salita si tirano e in discesa si spingono in avanti trattenendole nel momento in cui le rotelle scendono dal gradino. Tirarle anche in discesa provoca un colpo su ogni gradino sottostante e, trolley dopo trolley, giorno dopo giorno, ci saranno senz’altro delle rotture!

Relativamente alle proteste, oltre a quelle già note dei contrari al ponte, ci sono adesso quelle dei commercianti e dei proprietari di bancarelle di souvenir che si trovano nel percorso cha va da Piazzale Roma al ponte della Ferrovia lungo la Fondamenta di San Simeone perché, con l’apertura del nuovo ponte, è diminuito il passaggio di turisti su questo lato del Canal Grande. Tutto ciò conferma che, a Venezia, ogni novità crea sempre problemi!

martedì 16 settembre 2008

Le bugie hanno le gambe corte.

Girando fra i vari blog, di cui all’elenco qui a parte, ho trovato un post di Daniele il rockpoeta ( http://agoradelrockpoeta.blogspot.com/ ), che ricorda come a Napoli, nonostante la stampa non faccia più alcun accenno, i rifiuti urbani, la “monnezza”, ci sono ancora ed anche ben evidenti.

Il lavoro di “Tessera P2 n.1816” è stata solo un’operazione di facciata con la pulizia della sola zona centrale. I giornali, quasi tutti conniventi con la suddetta “tessera”, hanno blaterato a lungo prima per mettere in croce governo, regione e comune (di sinistra) e poi per mettere in risalto l’operato sempre della stessa “tessera”.

Ora salta fuori che è stata prima un’operazione elettorale, basata sul clamore delle proteste “popolari” (camorriste), e poi solo un’operazione di facciata. Solo il centro è pulito mentre tutt’attorno è rimasto come prima. E nessuno protesta più!

A documentazione di quanto affermato ecco due video girati pochi giorni fa:

http://www.cittadinoqualunque.com/2008/09/meno-male-che-silvio-c-emergenza.html

http://diegogarciablog.blogspot.com/2008/09/nulla-cambiato.html

La stampa ha la memoria corta, quella della rete no!

Ed allora, come suggerisce Daniele, incrementate questa memoria e duplicate la possibilità di vedere questi filmati.

sabato 13 settembre 2008

Figli e ... figliastri!

“Questo è il mio figlio prediletto nel quale mi sono compiaciuto”.

No! Non fraintendetemi! Non ho alcuna intenzione di scrivere un post su questa frase tratta dal Vangelo: non ne sono all’altezza! Infatti ho scritto “figlio” e non “Figlio”.

E sì, tratterò di un figlio, molto probabilmente viziato e, senz’altro, molto sopravvalutato.

Esistono in molte famiglie figli privilegiati rispetto ai fratelli; chissà perché. Non so come facciano certi genitori a preferire un figlio rispetto ad un altro. A volte si tratta di situazioni venutesi a creare fin dalla prima infanzia: in genere si tratta di bambini nati con qualche problema e, quindi, bisognosi di cure particolari, ma si può trattare anche di alcuni con carattere difficile, casi in cui il bambino è prepotente con i coetanei o, al contrario, è molto timido.

Poi questi bambini crescono e continuano ad essere preferiti e, di conseguenza, viziati.

C’è anche il caso, forse più naturale e meno negativo, nel quale il padre “preferisce” la figlia e la madre il figlio maschio. Ma non si tratta di questo.

Non conosco cosa sia successo nella prima infanzia a questo figlio, ma si sa –è di dominio pubblico- che negli ultimi due anni è stato bocciato agli esami di maturità, nonostante la seconda volta si sia presentato presso un collegio del “profondo nord”! Eppure aveva presentato una “tesina” su Carlo Cattaneo, magari (e qui ci metto un po’ di cattiveria e voglio pensar male, come il divo Giulio) fatta da qualche amico del padre, scopiazzando nella biblioteca della Camera!

Adesso sembra sia il “delfino”! Ma nelle acque del Po non sono ancora arrivati questi mammiferi!

Addirittura “Tessera P2 – n. 1816” lo ha lodato!

Ha persino partecipato alla cerimonia dell’ampolla sul Monviso!

Insomma sta “correndo” parecchio e la mia paura è che, prima o poi, entri a far parte di quella “corte dei miracoli” (veline, avvocati con esami di stato sostenuti dove la promozione è più facile, “nani cattivi” e quant’altro) creata dalla “tessera” di cui sopra!

Ma cosa abbiamo fatto di male?

mercoledì 10 settembre 2008

Sbalzi ... di contatore!

Come tutti i blogger, anch’io ho un contatore dei visitatori che si appoggia ad un sito esterno e che, oltre al numero dei visitatori e delle pagine viste, mi fornisce anche notizie di tipo statistico ed altro.

Fino all’altro ieri, ed escluso il periodo estivo, la media dei visitatori giornalieri si fermava a cinquanta dei quali un 10% conteggiati come “primi visitatori”; in certi periodi, soprattutto se trattavo determinati argomenti di qualche interesse generale, e per merito dei motori di ricerca, i numeri aumentavano. Il tutto restava, però, entro certi limiti.
In questi giorni, invece, per merito di un piccolo post, inserito sabato 6 settembre (andate più sotto per leggerlo), del quale non cito l’opzione di ricerca per non ricevere inutili visite casuali, ho avuto un incremento altissimo di visite: sono arrivato, ieri 9 settembre, a 688 visitatori dei quali 633 nuovi!
Con l’opzione di ricerca di parte del titolo sono arrivato a piazzarmi sulla prima pagina di Google!

Ed ecco il grafico.

Evidentemente sono molti che hanno paura della … fine del mondo!
Però ho dovuto provvedere, nel sito statistico, alla cancellazione delle ultime mille pagine viste per ben due volte. Già oggi, comunque, siamo a circa metà degli accessi di ieri: l’esperimento al Cern di Ginevra non ha avuto gli effetti disastrosi previsti da falsi profeti.

martedì 9 settembre 2008

Com’è difficile Venezia!

Riprendo, dalla rubrica “Italians” gestita da Beppe Severgnini sul sito del Corriere, una lettera dal titolo Venezia: introvabili i cestini dell'immondizia” e che riporto di seguito:

Caro Beppe,
durante le recenti vacanze estive trascorse con la mia famiglia sulla riviera veneta, io e mia moglie abbiamo deciso di recarci con il nostro bimbo di 20 mesi a visitare la splendida Venezia. La città è certamente unica, ma che delusione quanto abbiamo scoperto che su tutta la Riva degli Schiavoni (non un calle nascosto bensì il punto di approdo a piazza San Marco) esiste un solo ponte accessibile ai passeggini o a eventuali disabili in carrozzina. O ancora quando, dopo esserci riposati e imbattuti nel cambio di pannolino del nostro bimbo, abbiamo scoperto che in tutta la zona dell'Arsenale (segnalato come monumento di notevole importanza) non esiste un solo cestino per l'immondizia. E che dire quando girando per la scelta del ristorante abbiamo scoperto che nei locali interpellati non esisteva un solo seggiolone per bambino? Forse che Venezia è visitata ogni anno solo da persone adulte, fisicamente sane e che non producono alcun rifiuto?


Paolo Brischetto, pa.clo@alice.it

(La lettera e visibile al link http://www.corriere.it/solferino/severgnini/08-09-09/07.spm )

Da veneziano devo dare ragione su molte cose al sig. Brischetto però mi sento di dovere fare alcune precisazioni.

È vero! I cestini per i rifiuti sono rari e, quando ci sono, si trovano nascosti. D’altra parte nessuno li vuole vicino alla propria porta o vicino al proprio negozio perché è usanza, sia da parte di veneziani sia da parte dei turisti, appoggiare vicino agli stessi di tutto e di più!
La spesa per la raccolta dei rifiuti di dodici milioni di visitatori all’anno (questo è il carico sopportato da Venezia) grava sui cittadini veneziani e non solo su coloro che operano e guadagnano con il turismo! Quindi se qualcuno ha da lamentarsi sono i veneziani e non i turisti!

Per quanto riguarda i ponti non adatti ai disabili, si può essere anche d’accordo, ma la maggior parte dei ponti sono stati costruiti non qualche anno fa, ma secoli fa, quando non c’era alcuna legge al riguardo; il ponte della Costituzione (o di Calatrava), il quarto ponte sul Canal Grande, che verrà inaugurato a breve, è in attesa di un’ovovia per i disabili. Adattarli tutti sarebbe molto difficile e non sempre le attrezzature sarebbero sicure: vi sono ponti ripidi, ponti in legno, in ferro ed in pietra, ponti storti e magari con accessi molto stretti dove passa solo una persona; il problema non è semplice. Solo qualche ponte fra i più frequentati sono adattati per il trasporto dei disabili.

Ponti non adatti ai passeggini per bambini? A Venezia, mamme, papà ed anche nonni non si sono mai lamentati di portare i passeggini su e giù per i ponti (lo posso assicurare per esperienza) e non vedo perché debba lamentarsi un turista. Quindi non esageriamo!

I ristoratori veneziani non hanno seggioloni? Non so quanti ristoranti abbia interpellato l’autore della lettera, ma non stento a credergli; si sa che gli esercizi, soprattutto quelli attorno alla zona marciana, sono sempre pronti a ghermire il turista senza fornirgli un servizio corrispettivo al prezzo che lo stesso paga. Un seggiolone occupa posto, e se i bambini sono due in contemporanea, ancora di più! Maggiore occupazione di posto con minore introito perché ad un bambino non si può applicare lo stesso prezzo di un adulto. Cosa volete, quelli sono lì … per guadagnare tanto ed il più presto possibile!

Un ultimo appunto: “calle” è un sostantivo femminile e quindi non si può scrivere “un calle nascosto”.

Com’è difficile Venezia!

lunedì 8 settembre 2008

Attenzione al "male assoluto"

Una frase detta oggi, magari seguita da una precisazione, una frase detta domani, una parola in più o una parola in meno ed ecco che, giorno dopo giorno, ci abituiamo a sentir parlare di certe cose e, forse, non faremo più caso. Detto e fatto, ci ritroveremo nuovamente il fascismo, magari con nuove leggi razziali (non ci manca molto) .
D'altra parte novant'anni fa il tutto comincio con qualche manifestazione e con qualche marcia e poi ce li siamo sorbiti per oltre venti anni.
Attenzione che i "nipotini del duce" ci stanno riprovando, magari con meno tracotanza e senza camicia nera, ma in doppio petto.
Attenzione! Troppo facile e semplice dire che i morti sono tutti uguali, che i "ragazzi di Salò" avevano fatto una scelta in buona fede, che combattevano per la difesa della Patria.
Attenzione, attenzione ed attenzione!!! (Che poi è l'equivalente di ... "resistere, resistere e resistere!!!)

Aggiornamento del 10 settembre 2008:
Vi invito vivamente a leggere l'articolo indicato con questo link:
http://www.articolo21.info/notizia.php?id=7356

sabato 6 settembre 2008

Il buco nero!!!

Il buco nero parte dal Cern di Ginevra!

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Ma, per fortuna, c'è chi ci scherza, e sono proprio quelli del CERN

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venerdì 5 settembre 2008

Sulla “Regata Storica” a Venezia

A Venezia, la prima domenica di settembre, si svolge la Regata Storica, una manifestazione sia sportiva sia di rievocazione storica. La seconda, sempre uguale da quando, nel 1899 –in occasione della prima Biennale d’Arte-, il Sindaco Grimani istituzionalizzò il nome e le norme, rievoca l’accoglienza riservata nel 1489 a Caterina Cornaro, sposa del Re di Cipro, che rinunciò al trono a favore di Venezia. È una sfilata di decine e decine d’imbarcazioni tipiche cinquecentesche, multicolori e con gondolieri in costume, che trasportano il doge, la dogaressa, Caterina Cornaro, tutte le più alte cariche della Magistratura veneziana, in una fedele ricostruzione del passato glorioso di Venezia. Questa rievocazione è molto apprezzata dai turisti e, anche se ripetuta ormai da diversi anni, è sempre un bel colpo d’occhio anche per noi veneziani. Se poi la giornata e soleggiata, cosa che finora è quasi sempre capitata (personalmente mi ricordo una sola giornata di pioggia), i colori delle barche e dei costumi, ma anche dei palazzi che si riflettono nel Canal Grande, vengono esaltati: è veramente uno spettacolo che avvince!

Dopo la rievocazione storica, le acque del bacino di San Marco e del Canal Grande verranno solcate da veloci barche che, nelle diverse categorie di mezzi e di rematori, si daranno battaglia per la conquista del primato.

Il programma, sempre uguale da alcuni anni, è il seguente:

16.50 Regata dei giovanissimi su pupparini a due remi
Percorso: Giardini di Castello, Bacino di San Marco, Canal Grande, Rialto - giro del “paleto” all’altezza della Banca d’Italia - ritorno e arrivo a Ca’ Foscari

17.05 Regata delle donne su mascarete a due remi
Percorso: Giardini di Castello, Bacino di San Marco, Canal Grande, Rialto - giro del “paleto” tra Riva de Biasio e San Marcuola - ritorno lungo il Canal Grande e arrivo a Ca’ Foscari

17.30 Regata delle caorline a sei remi
Percorso: Giardini di Castello, Bacino di San Marco, Canal Grande, Rialto - giro del “paleto” all’altezza della stazione ferroviaria di Santa Lucia - ritorno lungo il Canal Grande e arrivo a Ca’ Foscari

17.55 Regata dei gondolini a due remi
Percorso: Giardini di Castello, Bacino di San Marco, Canal Grande, Rialto - giro del “paleto” all’altezza della stazione ferroviaria di Santa Lucia - ritorno lungo il Canal Grande e arrivo a Ca’ Foscari.

Ovviamente la voga è quella veneta, in pratica in piedi. “Pupparini”, “mascarete”, “carline” e “gondolini” sono i nomi di tipiche barche della laguna veneziana e mentre le prime tre sono barche usate anche normalmente –per lavoro e per divertimento- i “gondolini” sono, invece, barche simili alle gondole, ma più piccoli ed usati solo per le regate.

Un altro termine, inusuale per i non veneziani, è “paleto” (rigorosamente con una “t”) che sta ad indicare il palo, infisso nel mezzo del canale, attorno al quale le barche devono girare per tornare indietro. È a questo punto che, quasi sempre, si determina l’ordine all’arrivo; infatti, chi gira per primo attorno al “paleto” è, di norma, il vincitore.

L’etimologia della parola regata è incerta, ma è probabile derivi dal termine latino “aurigare”, che significa gareggiare (l’auriga era il conduttore nelle corse delle bighe romane), usato e attestato nel secolo XVI come sinonimo di gara. Da Venezia il termine passò nelle principali lingue europee indicando sempre una competizione agonistica su barche.

Gareggiare su barche è sempre stata un’attività svolta nella laguna di Venezia, anche con l’incoraggiamento del governo veneziano, soprattutto per tenere preparati gli uomini alla navigazione che, allora, era in gran parte a remi. Ma i barcaioli si cimentavano ogni giorno nei tratti di laguna che separano la città dalle isole dove venivano e vengono coltivati i prodotti orticoli; chi giungeva primo al mercato aveva maggiori possibilità di vendere la merce e, in queste gare sui generis, partecipavano anche le donne. Una di loro divenne famosa nel ‘700 per le vittorie che accumulò, si tratta di Maria Boscolo (o Boscola) della quale esiste anche un quadro che la immortala con le bandiere vinte in regata. Fu una campionessa del remo e sulla sua vita un’autrice, Alda Monico, traendo lo spunto anche da vicende della storia veneziana, quella d’ogni giorno, costruisce un personaggio femminile molto forte, molto determinato, come lo erano, molto probabilmente, gran parte delle donne di allora e lo contorna anche di racconti di fantasia. Il titolo del libro è “Maria della laguna” e la lettura dello stesso è piacevole.

Anche le donne che partecipano alle regate moderne sembrano molto determinate e, nel vederle impegnate nella fatica della gara, soprattutto nelle riprese ravvicinate televisive, questo viene confermato.

Speriamo in una bella giornata autunnale e godiamoci, veneziani ed ospiti, in barca, sulle “fondamente” (strade veneziane che costeggiano un canale), nei campi che si affacciano sul Canal Grande e dalle finestre dei palazzi lo spettacolo della regata storica (c’è anche la trasmissione televisiva, parte in diretta e parte in differita).

martedì 2 settembre 2008

Il quarto ponte sul canal Grande

Il quarto ponte sul Canal Grande, ancora senza nome e chiamato perciò con quello del suo progettista, l’architetto spagnolo Santiago Calatrava, ormai è pronto, ma non ancora aperto al traffico pedonale; manca, infatti, solo l’ovovia per permettere anche ai diversamente abili di passare da una parte all’altra, da piazzale Roma alla Ferrovia e viceversa, senza difficoltà.

In questi ultimi due anni, anche perché abito nei pressi, l’ho visto crescere fin dalle fondazioni (cosa questa che per la città di Venezia non è mai semplice) e la successiva posa in opera dei vari elementi.

In questi anni ci sono state innumerevoli polemiche, a partire dall’opportunità e necessità di costruirlo, passando per i costi ampliatisi parecchio in corso di costruzione, concludendo con il nome da dare all’opera.

Spesso sono state polemiche in malafede come quella, sollevata da veri ignoranti, relativa al fatto che, in una città antica e particolare come Venezia, non sarebbe opportuno inserire opere architettoniche contemporanee. Rispondere a queste prese di posizioni basta il fatto che gli stili architettonici presenti nella città sono tantissimi e di svariati periodi; non è detto poi che le opere del passato siano tutte belle: ci sono certi orrori antichi davanti ai quali le costruzioni moderne fanno bellissima figura ed il ponte in questione, chiamiamolo “di Calatrava”, è una di queste.

«Oltre a rispondere a una funzione di collegamento e di miglioramento della mobilità a Venezia, il Ponte - ha detto l'assessore ai LL.PP Mara Rumiz, durante la conferenza stampa di presentazione del ponte in data 2.9. c.a. (vedi la relazione sulla conferenza stampa)- ha uno straordinario valore per la tutela (nel senso pieno del termine: conservazione sì, ma anche valorizzazione) della città: una città non solo con la testa rivolta allo splendido passato, ma che sa e vuole candidarsi a essere città del presente e del futuro». E ha concluso: «Proprio noi veneziani, che abbiamo la responsabilità di conservare lo straordinario patrimonio artistico, storico, architettonico, ambientale che abbiamo ereditato, abbiamo l'obbligo di consegnare a chi verrà dopo di noi il segno più alto dell'architettura contemporanea».

Dichiarazioni che mi trovano d’accordo anche perché a me il ponte piace: è bello, ha una linea armoniosa ed elegante; vederlo poi di notte, illuminato, appare come una sciabolata di luce. Bisogna ricordare che uno dei materiali usati maggiormente è il vetro.

Ci sono stati coloro che hanno parlato dell’inutilità del ponte partendo dal presupposto che chi arriva in macchina a Piazzale Roma non ha necessità di andare alla stazione ferroviaria e viceversa. Evidentemente costoro parlavano, e parlano, senza cognizione di causa; non sanno che tutta la zona è in fase di ristrutturazione: a Piazzale Roma sta sorgendo, nell’area dell’ex Manifattura Tabacchi, il nuovo Palazzo di Giustizia (anche questo “in fieri” da anni e non si sa quando sarà pronto); sempre in zona è in costruzione il “poeple mover”, una specie di treno su rotaia aerea che collegherà il terminal del tronchetto con Piazzale Roma. "Il People Mover - ha sottolineato il sindaco Cacciari in una conferenza stampa dello scroso anno - è un altro importante tassello della 'Venezia che cambia'. Con esso si dà ulteriore attuazione al progetto del Comune, sviluppato già una decina di anni fa, di riqualificare contemporaneamente sia la zona del Tronchetto, facendola davvero diventare la 'porta della città', che quella di piazzale Roma, liberandola dalla morsa del traffico e dotandola di nuove infrastrutture, come la 'Cittadella della Giustizia' e il ponte di Calatrava.".

Poi c’è il nuovo uso del palazzo dell’ex Direzione Compartimentale della Ferrovie che vedrà l’accorpamento di numerosi uffici regionali sparsi per la città che, perciò, verrebbero a trovarsi in una situazione territoriale e logistica veramente ottimale. Il tutto, poi, sarà di molto aiuto ad un “megastore” che verrà a trovarsi sempre nello stesso palazzo e che farà parte del Gruppo Grandi Stazioni; quindi … Benetton ringrazia!

Per quanto attiene al nome da dare al ponte, il Gazzettino, il quotidiano locale, ha fatto una specie di referendum fra i lettori: se ne son lette di “cotte e di crude” e quindi attendiamo le decisioni di chi deve prendere queste decisioni!

Segnalo la galleria fotografica nel sito del Comune di Venezia.

Di seguito, invece, tre fotografie scattate da me quest’oggi.





Aggiornamento del 3-9-2008: il ponte dovrebbe chiamarsi, come annunciato dal Sindaco massimo Cacciari, “Ponte della Costituzione” in occasopne del 60° anniversario della Costituzione Italiana.
Questo nome è stato votato all’unanimità dalla Giunta Comunale, ma l’atto deliberativo scritto non esiste ancora.