lunedì 14 aprile 2008

Una lettera al blog "Italians" di Beppe Severgnini

Sul blog "Italians" di Beppe Severgnini, sul sito di Corriere.it, una lettera romantica e nostalgica di un "non veneziano" mi ha dato l'occasione di rispondere e, proprio pochi minuti fa, ho inviato al blog suddetto la seguente lettera che sottolinea e rincara quanto espresso dall'interlocutore:

Caro Beppe, prendo lo spunto dalla lettera di Bruno Coppola (13 aprile) che parla dei suoi annui ritorni a Venezia e che la trova cambiata rispetto a quando lui vi studiava, presso il Collegio Navale di S.Elena, ai tempi della guerra. Sono passati molti anni da allora, da quando entravano in laguna le due navi scuola della Marina Italiana (accanto all’”Amerigo Vespucci” c’era anche la gemella “Cristoforo Colombo” consegnata poi all’Unione Sovietica a titolo di risarcimento danni di guerra).

Di questo spettacolo (era veramente uno spettacolo l’ingresso di questi due velieri) ho solo vaghi ricordi in quanto ero molto piccolo, ma mi ricordo com’era, come si è trasformata Venezia negli anni successivi e come si trasforma, in peggio, anche oggi.

Intanto bisogna dire che negli anni ai quali accenno sopra, in Venezia centro storico c’erano più del doppio dei sessantamila abitanti attuali (fra poco andremo sotto questa soglia) ed il turismo era d’èlite.

Oggi, soprattutto a causa di sciagurati regolamenti che hanno liberalizzato tutto (liberalizzare da noi prende il significato di fare, impunemente, quello che si vuole) la città è in mano a chi del turismo fa solo speculazione. Ormai le case non si affittano più a residenti, a chi vuole abitarci perché qui è nato e perché qui ha il suo lavoro; le case, anche quelle messe male, vengono vendute o affittate ai “foresti”, -termine che non vuol dire solo forestieri, ma che sta a indicare chi non è veneziano- a prezzi elevatissimi e quasi sempre “in nero”; chi ha un lavoro “normale” e chi è solo un lavoratore dipendente non possono permettersi di sborsare le cifre richieste. Ed allora vanno ad abitare a Mestre o anche nel resto della provincia veneziana. Diminuiscono gli abitanti e, di conseguenza, chiudono tutte quelle attività commerciali a servizio del cittadino, i negozi sotto casa. Inoltre, aumentano i prezzi di tutte le categorie merceologiche.

Insomma, il turismo sta uccidendo Venezia!

È in discussione un progetto di legge regionale, solo per Venezia, che prevede che un albergo possa avere una “dependance” oltre i cento metri di distanza previsti attualmente, una legge nefasta che farebbe di questa città un unico grande albergo: una “Veniceland” per i turisti che, nell’ultimo anno, sono stati 21 milioni e sono in crescita; naturalmente una “Veniceland” senza veneziani.

Cordiali saluti

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Non so se la lettera verrà pubblicata fra le dodici che giornalmente vengono scelte, ed io, comunque, la propongo anche sul mio blog.

1 commento:

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Beh dovrebbe pubblicarla. Cmq io l'ho letta qui e sono contento di averla letta. Concordo in toto.